L'oasi perduta by Paul Sussman

L'oasi perduta by Paul Sussman

autore:Paul Sussman [Sussman, Paul]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788852019470
editore: Edizioni Mondadori
pubblicato: 2011-06-20T22:00:00+00:00


Dopo cinquanta metri udirono un rumore di piedi in corsa dietro l'angolo più avanti e furono costretti a tuffarsi nel vano fetido di una porta. Si rannicchiarono nel buio lasciando passare un gruppo di bambini che vociavano, agitati, ansiosi di vedere che cosa stava succedendo. Flin e Freya aspettarono che si fossero allontanati e poi ripresero a muoversi in fretta, sulla strada in pendenza, tutta curve, sempre più larga. Passarono davanti a un negozio vivamente illuminato, a un banchetto di frutta adorno di lampioncini e poi a un caffè, mentre sempre più gente si materializzava intorno a loro, la luce e la confusione aumentavano, la via pareva animarsi man mano che scendevano dalla collina.

Capirono dagli sguardi curiosi che la sparatoria si era sentita fin là e che i vestiti infangati e la camicia insanguinata di Flin costituivano un chiaro collegamento a tutto quel trambusto.

Affrettarono il passo, ansiosi di andare via. Qualcuno puntò il dito contro di loro, qualcun altro borbottò qualcosa, due volte degli uomini si pararono loro davanti nel tentativo di fermarli.

Flin li spinse via, tenendo Freya per il braccio e guidandola tra la folla, e infine la strada, dopo un ultimo tratto ripido, lasciò il posto a una distesa di terreno incolto. C'erano delle automobili parcheggiate, una fila di bidoni per la spazzatura enormi, un binario ferroviario e più in là, simile a un fiume ruggente che separava quel particolare angolo del Cairo dal resto della città, un'autostrada a tre corsie, piena di traffico in entrambe le direzioni.

Corsero fino al ciglio dell'autostrada e con gesti frenetici bloccarono un taxi.

Sulle prime il tassista era riluttante a caricarli. Aveva appena fatto pulire il taxi, spiegò, e ricoprire i sedili: non voleva sporcare tutto. Solo quando Flin tirò fuori il portafogli e contò una bella mazzetta di banconote, si arrese e li prese a bordo. Flin si sedette accanto al tassista e Freya, pallida, con le guance incavate, sfinita, si accomodò sul sedile posteriore.

«Dove andate?» chiese l'uomo.

«Da qualsiasi parte» rispose Flin. «Lontano da qui. Guidi e basta. Svelto.» Lanciando un'altra occhiata alla camicia insanguinata del passeggero, il tassista scrollò le spalle, azionò il tassametro e si immise nel traffico. Flin girò la testa e guardò Freya: ne incrociò brevemente lo sguardo e tornò a voltarsi. Da una scatola sul cruscotto prese una manciata di fazzoletti di carta, se li premette sul braccio e si appoggiò al dozzinale rivestimento di plastica.

Sentì Freya sporgersi e avvicinargli il viso all'orecchio.

«Ti ringrazio di avermi salvata» gli disse con voce smorzata, incolore.

Flin si schermì con un borbottìo, era lui quello che avrebbe dovuto ringraziarla.

«Però devi smetterla di raccontarmi stronzate» continuò Freya, interrompendolo. Inserì la mano fra la sua schiena e il sedile, prese la pistola infilata nei jeans e gliela premette sulle reni.

«Dimmi chi sei, cosa sta succedendo e in che cazzo di storia hai coinvolto mia sorella. E, che Dio mi aiuti, se non parli il tassista dovrà togliere dal rivestimento nuovo molto di più della merda di maiale. E adesso parla.»



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